Giacomo Leopardi, L’infinito
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s’annega il pensier mio:
E il naufragar m’è dolce in questo mare.
Ciao Olga, ho qualche problema ad unirmi al tuo blog, quando provo, mi dice: "Impossibile seguire il blog", non capisco però il motivo. Mi dispiace. Comunque oggi sono qua e non potevo leggere poesia più bella... anche a me piacerebbe annegare in quel suo mare... Grazie Olga per la proposta, Leopardi è tra i miei poeti più amati.
RispondiEliminaNon sei l'unica che ha problemi.Mi dispiace!
Eliminaè dolce a me pure.
RispondiEliminalieto giorno